Restituzione dei prodotti acquistati tramite internet

Il commercio elettronico (e-commerce) può prevedere la cessione di beni materiali o immateriali con modalità telematiche che consentono il pagamento degli importi e l’esecuzione dell’ordine, ovvero il download dei contenuti acquistati (testi, immagini, filmati, brani musicali, software).

Si distinguono, pertanto, le seguenti due tipologie di commercio elettronico:

  • Il commercio elettronico “diretto” ha per oggetto la cessione di beni virtuali (immateriali) o di servizi e, dal punto di vista fiscale, rientra nell’ambito delle prestazioni di servizi.
  • Il commercio elettronico “indiretto” riguarda invece la cessione di beni materiali e, di conseguenza, rientra tra le cessioni di beni.

La R.M. 5.11.2009, n. 274/E detta le linee guida da seguire in caso di restituzione del prodotto acquistato e/o del rimborso del prezzo pagato, in caso di commercio elettronico indiretto. In tale documento, l’Agenzia delle Entrate asserisce che per recuperare l’IVA sui resi di merce nell’ambito delle attività di commercio elettronico indiretto che non comportino l’obbligo di emissione di fattura/scontrino/ricevuta fiscale, il contribuente deve fornire la documentazione che consenta l’identificazione degli elementi necessari a correlare la restituzione al medesimo bene risultante dal documento che prova la vendita originaria.
Per procedere alla restituzione dei prodotti acquistati tramite internet, è necessario seguire operativamente i passaggi dettati dalla risoluzione dell’Agenzia delle Entrate 219/2003:

a) apertura di una “pratica reso”, con attribuzione di un numero di identificazione;
b) presa in carico del bene restituito nella contabilità di magazzino, se tenuta;
c) emissione di uno scontrino fiscale “negativo” (esso non si chiude con segno negativo, ma è un normale scontrino
contenente la causale “rimborso per restituzione vendita”, il cui importo va scomputato dal totale corrispettivi annotati nello scontrino di chiusura giornaliera) contenente tra l’altro il numero identificativo della pratica di reso;
d) registrazione dello scontrino fiscale negativo nel registro dei corrispettivi in diminuzione dei corrispettivi del giorno, su cui calcolare l’Iva a debito;
e) consegna di un buono acquisto con sottoscrizione da parte del cliente di una ricevuta, oppure rimborso del prezzo da eseguirsi tramite bonifico bancario, oppure sostituzione del prodotto. In ogni caso qualsiasi modalità adottata deve contenere il numero identificativo della pratica di reso;
f) conservazione della pratica fino alla scadenza dei termini per l’accertamento.